Gli otto simboli nel dettaglio – segue
Quattro tra gli otto simboli di Buon Auspicio.
LA CONCHIGLIA
La conchiglia in sanscrito – daksinavartasankha – e in tibetano – dung gyas-‘khyl – viene generalmente rappresentata di colore bianco. Essa è un oggetto naturale ed è stata per questo utilizzata in antichità come uno strumento rituale e ad esempio in epoca pre-buddista è stata simbolo di divinità femminili. Viene utilizzata spesso come strumento musicale.
Il suono della conchiglia si espande in tutte le direzioni, per questa sua caratteristica rappresenta l’insegnamento del Dharma il quale si diffonde proprio come il suo potente suono.
IL NODO INFINITO
Il nodo infinito in sancrito – srivatsa – e in tibetano – dpal be’u – è un nodo chiuso composto da linee geometriche che si intersecano tra loro ad angolo retto. E’ un simbolo molto utilizzato nell’iconografia tibetana e, per la sua importanza e semplicità grafica, viene utilizzato anche da solo.
E’ un simbolo chiaramente esplicativo del modo in cui tutti i fenomeni sono interdipendenti tra loro e a loro volta dipendono da cause e condizioni.
Non avendo né inizio né fine simboleggia anche l’infinita conoscenza e saggezza del Buddha.
IL PARASOLE
Il Parasole in sanscrito – chattra – e in tibetano – gdugs – risalente dall’arte indiana, si trova in diverse varianti nell’iconografia tibetana: può essere più o meno elaborato, di colore giallo, bianco o multicolore e viene rappresentato aperto. Viene utilizzato nelle processioni cerimoniali per proteggere dagli agenti atmosferici ciò che di più sacro viene portato in processione.
Simboleggia la totale attività del Dharma nel proteggere tutti gli esseri senzienti dalle forza avverse, dagli ostacoli, dall’ignoranza e dalla rinascita nei regni inferiori per giungere alla completa liberazione dalla sofferenza.
Rappresenta inoltre la compassione e la capacità di protezione che si ottiene prendendo rifugio nei tre gioielli.
LA RUOTA DEL DHARMA
La Ruota del Dharma si compone di un mozzo centrale, di 8 raggi e di un cerchio esterno. In sanscrito – dharmachakra – e in tibetano – khor-lo – essa simboleggia l’insegnamento buddhista nella sua globalità.
Il mozzo rappresenta l’addestramento alla disciplina morale che rende stabile la mente, i raggi rappresentano la comprensione della vacuità di tutti i fenomeni che permette di eliminare l’ignoranza e il cerchione esterno identifica la concentrazione che permette di tenere salda la pratica.
La ruota rappresenta quindi la legge di causa ed effetto che è alla base del ciclo delle rinascite e nel contempo la dottrina che conduce alla liberazione dalla sofferenza.
Rappresenta infatti il Buddha Shakyamuni stesso, l’Ottuplice nobile sentiero e il Dharma.
Inoltre ci ricorda che il Dharma abbraccia tutte le cose, non ha né inizio né fine, è in movimento ed immobile.